Bocciolo di melograna alberto cane blog Shalôm !
(Giovanni Paolo II) |
Bocciolo di melograna alberto cane blog
Quelli del Magnificat,
schiene a disposizione di Dio …
002b entra in camera tua e chiudi Se non ora quando ? “ADESSO” Se non io chi ? Sotto il segno dello Spirito Non pensare allo Spirito Santo come a una colomba svolazzante ma come a una irradiazione dentro di noi di tutto quello che è generoso, vero, nobile, proveniente dalla vera Fonte di ogni generostà, bellezza e verità. Lo Spirito che ci rende possibile di vivere largamente e rettamente, umilmente e grandiosamente al di fuori e al di sopra di ogni nostro egocentrismo. …Ogni spirito ha bisogno di un nutrimento un po’ diverso; l’unica cosa essenziale , l’unico fine è di ottenere Dio, che ciascuno possa avere Dio quanto è capace d’averne. Tutto il resto, inclusa la nostra Chiesa Cattolica, non è che un mezzo di raggiungere quello scopo” (Lina Trigona al fratello Neri)
Uami, Signore…Vorrei essere sempre
Pietro è la nostra guida CARLO MARIA MARTINI
il Pastore
l’ispiratore
Di buon mattino andremo alle vigne, vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano fiori, se fioriscono i melograni ” (Cantico dei Cantici 7,1). Dite ai giovani che il mondo esisteva già prima di loro, e ricordate ai vecchi che il mondo esisterà anche dopo di loro. (Paolo VI) |
IL PORTAVOCE
«Tanto si ha lo Spirito Santo, quanto si ama la Chiesa» (S.Agostino In Ev. Jo. 32,8). “I had a dream“ “HO FATTO UN SOGNO”Tutta la nostra vita è fatta di appelli, vocazioni, annunciazione, che Dio rivolge ad ogni ora del giorno ma anche della notte. Se in principio era il Verbo, ora Egli è un contemporaneo che abita fra noi. Se di messaggi, vocazioni, annunciazioni, sollecitazioni, inviti è piena la nostra vita, senza l’illuminazione del Vangelo, il rischio è di non accorgercene.A fare attenzione, non è difficile avvertire che la nostra vita è piena di angeli, di messaggeri, di apparizioni. Ma è solo l’esperienza religiosa dei primi testimoni che può aiutarci a identificarli.Il modo migliore di leggere il Vangelo è proprio quello di pensare che tutto quanto vi si trova, capita anche nella nostra vita. Ciò che è accaduto ai primi testimoni, succede anche ai nostri giorni.Il modello ideale di lettura del Vangelo è Maria. Da che cosa ha riconosciuto l’angelo? Come è giunta alla certezza che quel messaggio veniva da Dio?. Ognuno ha il diritto di chiedersi: da che cosa potrei riconoscere un angelo? Da che cosa riconoscere che un pensiero, un incontro, un avvenimento vengono da Dio? E’ un problema vitale, lo stesso che dovette risolvere Maria. Lei come ha fatto? Anzitutto, non si è lasciata indurre a credere immediatamente. Ha riflettuto, si è interrogata, ha messo in questione questa vocazione straordinaria.In presenza di una parola di Dio, ci sono due attitudini pericolose: quella di rifiuto, del lasciar perdere perché non ci si vede chiaro; l’altra, di capirci tutto, dell’evidenza, della non meraviglia, dello scontato.. Ma il solo modo ragionevole è quello assunto da Maria: “Ella non capiva ciò che egli diceva, ma conservava tutte quelle cose e se le ripeteva nel cuore” (Luca 2,51). Tutto avviene nel tempo, col tempo, mettendovi del tempo, perché il discernimento dello Spirito non funzione come il caffè liofilizzato istantaneo. Poi Maria ha consultato le scritture. Tutti i testi di Luca come anche di Matteo, sono citazioni di profeti ed il Magnificat ci dice come Maria vedeva la sua vocazione: nella linea di tutti quei poveri, di tutte quelle fecondità che l’avevano preceduta.Come si dirà più avanti, si diventa GLOBULI ROSSI (Fatebenefratelli laici) non tanto per scelta ma per accettazione di una chiamata dall’alto, nel consenso quotidiano di un destino che oltrepassa la nostra previsione e immaginazione. Anche Giovanni di Dio si è trovato coinvolto in un progetto talmente più grande di lui da sembrare folle il progetto e più folle il consenziente.A chi accetta di inoltrarsi in questa avventura umana e divina è richiesto di muoversi nella logica della fede:
Le grazie di Dio talvolta giungono come tegole sulla testa. Lasciarsi sconvolgere e pregare, leggere e riflettere le Scritture, conservare e ruminare dentro l’anima gli avvenimenti, è il solo modo ragionevole di procedere.
Maria scopre che dietro c’è la fedeltà di Dio, il suo stare ai patti, il suo mantenere le promesse: “Ha accolto Israele , suo servo…la sua misericordia di generazione in generazione verso coloro che si fidano di Lui”.
L’angelo in carne ed ossa che Maria ha incontrato è Elisabetta, una donna anziana che aveva sofferto come lei e che l’ha incoraggiata a credere, lei così giovane è già così coinvolta nei destini di Dio.
Anche Giovanni di Dio quando riconosce la sua annunciazione canta il Magnifica a modo suo. Gli altri ridono, prendono le distanze dall’impazzito. Lui invece vede realizzarsi le promesse di Dio proprio là dove non aveva sperimentato che i suoi tormenti e disagi assieme a quelli di sventurati suoi simili internati e incatenati nel manicomio.
Come Maria e Giovanni di Dio, i GLOBULI ROSSI accettano di associarsi alle follie di Dio, ai suoi progetti grandiosi. Presi singolarmente, essi sono piccola cosa. Messi insieme, diventano trasportatori di ossigeno nel tessuto umano in preda all’anemia, a rischio di cancrena. La loro determinazione al “servizio trasporto ossigeno” la imparano dalla Mater Hospitalitatis, nel senso del suo Magnificat:
“Cerco nel cuore le più belle parole per il mio Dio,
l’anima mia canta per il mio amato” (Lc 1,46).
“Perché ha fatto della mia vita un luogo di prodigi,
ha fatto dei miei giorni un tempo di stupore” (Lc 1,47)
“Ha guardato a me che non sono niente:
sperate con me, siate felici con me,
tutti che mi udite.
Cose più grandi di me stanno accadendo.
E’ Lui che può tutto, Lui solo, il santo!” (Lc 1, 48-49)
“ E’ lui che ha guardato, è lui che solleva,
è Lui che colma di beni, è lui…”
“Santo e misericordioso, santo e dolce,
con cuore di madre verso tutti, verso chiunque” (Lc 1,50).
“Ha liberato la sua forza,
ha imprigionato i progetti dei forti” (Lc 1,51).
“Coloro che si fidano della forza sono senza troni.
Coloro che non contano nulla hanno il nido nella sua mano” ( Lc 1,52)
“Ha saziato la fame degli affamati di vita,
ha lasciato a se stessi i ricchi:
le loro mani sono vuote,
i loro tesori sono aria” (Lc 1,53)
Essere GLOBULI ROSSI vuol dire cantare il Magnificat con la vita, ossia portare e trasfondere Vangelo, le gioiose notizie che tutti devono venir a sapere, ossia:
Se i GLOBULI ROSSI si fanno guidare da Maria percepiscono ciò che Lei per prima ha intuito dalle confidenze dello Spirito: che, rispetto al decalogo della Antica Alleanza,che era al centro della Tôrah, il nuovo decalogo non è più prescrittivo di comportamenti dell’uomo verso Dio e i fratelli, ma narrativo, descrittivo di un Dio che è per l’uomo. Decalogo che Luca illustra con meticolosità nella parabola del buon samaritano, dove in quella catena di verbi è evidente che il contare di Dio non si ferma a dieci ma sconfina alla grande quando s’impegna con l’uomo che incontra sulla Gerusalemme-Gerico del mondo:
“33…Invece un uomo della Samaria, che
1. era in viaggio,
2. gli passò accanto,
3. lo vide,
4. ne ebbe compassione.
5. Gli andò vicino,
6. versò olio e vino sulle sue ferite
7. e gliele fasciò.
8. Poi lo caricò sul suo asino,
9. lo portò a una locanda
10.e fece tutto il possibile per aiutarlo.
35Il giorno dopo
11.tirò fuori due monete d’argento,
12. le diede al padrone dell’albergo
13.e gli disse:
14. “Abbi cura di lui
15. e se spenderai di più
16. pagherò io quando ritorno “
I GLOBULI ROSSI sottoscrivono il decalogo che è di ogni credente, anzi, riguarda ogni uomo che sogni il sogno di Dio: una terra fatta di prossimi.
Già vedo la Compagnia dei GLOBULI ROSSI germinare dal midollo osseo della Cina. Donne e uomini, dalle campagne alle città, dagli ospedali alle trascurate periferie, muoversi in direzione delle persone più “anemiche”. Ci confermano che i pionieri o.h. sono già in avanscoperta a trattare con le Autorità Cinesi. Ma, per un Paese così sterminato, dovranno seguire consistenti rinforzi, tutti ancora in incubazione. E con la Cina, la sterminata Africa, L’America, l’Europa agonizzante…
La fortuna è che tutto il Mondo può contare sulla stessa Messa, sulla EUCARISTIA, il Sacramentum Hospitalitatis!
Chi incappa in un’annunciazione, trovi il coraggio di rispondere come Maria: “Fai di me ciò che tu vuoi”. Il dopo si sa a priori come finirà: ognuno non potrà che divenire un “Giovanni di Dio” contemporaneo con in testa la medesima profezia:
” ha fatto della mia vita un luogo di prodigi,
ha fatto dei miei giorni un tempo di stupore” (Lc 1,47).
“ADESSO“ DNA o.h. è il luogo ideale per poterlo raccontare al mondo.
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Se non ora quando ?Bocciolo di Melograna Se non io chi ?Gli “ADESSO”della Compagnia… 01b adesso è |
1. ADESSO è l’ adesso dell’uomo, l’attimo delle sue giornate nell’Oggi Eterno di Dio. E’ anchel’ADESSO di Dio: il Natale che entra nella mia esistenza:
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Essi partono dalla consapevolezza che,
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Raffaele il compagno di viaggio dall’inizio…fbfGiovaniDalla prima lettera di Pietro apostolo di Gesù Cristo:
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Il medico Pierluigi Micheli(26/10/1913 – 22/06/1998)
l’ hêgoúmenos
che ci ha preceduti in età, sapienza e grazia
e che ora ci prende per mano.
PIERLUIGI MICHELI: medico di Dio nella città dell’Uomo L’uomo |
TI AMERO’ DOMANI
Con felice intuizione, già ltre 150 anni or sono, Victor Hugo rifletteva:
“…Chi ha visto solo la miseria dell’uomo non ha visto nulla, poiché bisogna vedere quella della donna;
sì come chi ha visto solo la miseria della donna non ha visto nulla, poiché bisogna vedere quella del fanciullo.
Quando l’uomo è nella estrema miseria, è giunto contemporaneamente alla fine degli ultimi mezzi.
Disgraziati gli esseri senza difesa che lo circondano. Lavoro, salario, pane, fuoco, coraggio e buona volontà gli vengon meno nello stesso tempo e come la luce del giorno pare si spenga all’esterno, così quella morale si spegne dentro di lui: in quelle ombre, l’uomo incontra la debolezza della donna e del fanciullo e li piega colla violenza all’ignominia“ (Les Misérables).
“…I semi che avete seminato nelle lacrime, porteranno frutto molto presto”.
Card. Joseph Zen Ze-Kiun.
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Siamo i GLOBULI ROSSIdel Papa mandati a portare la gioiosa speranza del Crocifisso-Risorto:
Benedetto XVI: “Paolo insegna a «non spegnere lo Spirito (1 Ts 5,19), cioè a fare generosamente spazio al dinamismo imprevedibile delle manifestazioni carismatiche dello Spirito”.
Sottolineare l’esigenza dell’unità non significa sostenere che si debba uniformare o appiattire la vita ecclesiale secondo un unico modo di operare. Altrove Paolo insegna a «non spegnere lo Spirito» (1 Ts 5,19), cioè a fare generosamente spazio al dinamismo imprevedibile delle manifestazioni carismatiche dello Spirito, il quale è fonte di energia e di vitalità sempre nuova. Ma se c’è un criterio a cui Paolo tiene molto è la mutua edificazione: “Tutto si faccia per l’edificazione” (1 Cor 14,26). [Leggi il
«Chi incontra Gesù risuscitato viene interiormente trasformato; non si può “vedere” il Risorto senza “credere” in lui. Preghiamolo affinché chiami ognuno di noi per nome e così ci converta, aprendoci alla “visione” della fede.
La fede nasce dall’incontro personale con Cristo risorto, e diventa slancio di coraggio e di libertà che fa gridare al mondo: Gesù è risorto e vive per sempre.
È questa la missione dei discepoli del Signore di ogni epoca e anche di questo nostro tempo: “Se siete risorti con Cristo – esorta san Paolo – cercate le cose di lassù… pensate alle cose di lassù, e non a quelle della terra” (Col 3,1-2).
Questo non vuol dire estraniarsi dagli impegni quotidiani, disinteressarsi delle realtà terrene; significa piuttosto ravvivare ogni umana attività come un respiro soprannaturale, significa farsi gioiosi annunciatori e testimoni della risurrezione di Cristo, vivente in eterno» (Benedetto XVI, Udienza generale, 19 aprile 2006.
Dom HELDER CAMARA vescovo:“
Se regalo un pane a un povero dicono che sono un santo,
ma se chiedo perché il povero non ha pane, mi danno del comunista”.
Una Compagnia di sostegno sguinzagliata nei tessuti della società, la Vigna del Signore, per inter-venire nelle anemie di uomini e donne in fibrillazione e portare ossigeno dove occorre. Annunciatori di buone notizie che rianimano il cuore: Gesù è il Dio-con-noi. A Natale regalatevi una maglietta rossa e indossatela spesso. Vi aiuterà a mettrvi in tensione per il Regno. Sul ROSSO CARDINALE, dona molto la bianca veste battesimale:
Tutti possiamo diventa mini-cardinali invisibili, diaconi nelle intenzioni e nel cuore, come propone il Papa: “Entrando a far parte del Collegio dei Cardinali, il Signore vi chiede e vi affida il servizio dell’amore:
Il Card. Zen Ze-Kiun ai suoi cristiani: La mia berretta rossa, è per il sangue e le lacrime della Chiesa di Cina: “Il mio divenire cardinale – ha detto Zen – mostra il grande apprezzamento del papa verso il popolo cinese. Il colore rosso che io indosso significa la volontà di un cardinale a versare il proprio sangue”. “Ma – ha aggiunto – non è il mio sangue che è stato versato: è il sangue e le lacrime dei numerosi eroi senza nome della chiesa ufficiale e sotterraneache hanno sofferto per essere fedeli alla Chiesa…. I semi che avete seminato nelle lacrime, porteranno frutto molto presto”. * San Filippo Neri il cardinale mancato. Il Papa voleva ringraziare Filippo per la sua preziosa opera di mediazione con il Regno di Francia. Decise per questo di nominarlo Cardinale, ma Filippo, venutolo a sapere, mandò a dire al Pontefice: “Santità, non sono degno di tanto onore: io sono un povero prete; ve ne sono tanti più degni di me”. Clemente VIII volle insistere e inviò alla Chiesa Nuova un prelato a consegnare la berretta rossa. Filippo la prese tra le sue mani e la lanciò verso il cielo, gridando: “Paradiso, Paradiso!”. Era il motto abituale con cui respingeva ogni vanità umana che cercava di sedurlo. Anche quando salì al soglio pontificio Gregorio XIV il Santo “rischiò” nuovamente la nomina a Cardinale. Il papa voleva rifarsi di quando era stato Filippo a sistemargli sulla testa come profezia la berretta di Pio V. Questa volta fu lui a prendere una berretta rossa e a infilarla sulla testa del vecchio Padre Spirituale. Filippo rimase un attimo confuso, poi con le lacrime agli occhi disse di non poter accettare un ufficio così importante. Poi dichiarò al Pontefice: “La ringrazio di cuore. Le farò sapere quando sarò pronto a ricevere la dignità cardinalizia”. Naturalmente il papa aspettò invano il giorno che non arrivò mai… Che bello: tutti possiamo essere cardinali nel cuore, come Filippo Neri…
Un cuore di fuoco… “Pregate il padrone della messe perchè mandi operai…” (Lc 10,2). Se non abbiamo il dono della bilocazione, come Filippo, dobbiamo moltiplicarci…pregando.
Claudia Koll
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Gesù !
CON TE
PAROLA DI VITA
:
OGNI GIORNO
La Divina Liturgia dei giorni |
Apri il tabernacolo della Parola l’Arca che contiene le lettere d’amore di Dio al suo popolo: http://www.laChiesa.it/liturgia/ Per tornare usa “indietro” mause a destra |
“La Parola zittì chiacchere mie”
(Clemente Rebora)
L’AMICO DELLA COMPAGNIA…VERO DISCEPOLO DEL SIGNORE GESU’
frate raimondo fabello oh
Gesù, Maestro
cambia la mia acqua in vino.
Donami il tuo Spirito
Cristo ha un progetto di vita per ognuno di noi
“ADESSO” è l’ adesso dell’uomo, l’attimo delle sue giornate nell’Oggi Eterno di Dio.
ADESSO E’ l’ ADESSO di Maria all’angelo, il “sì” che tramuta la Parola in Carne: gli aggregati nel suo nome non si propongono solo di limitarsi ad umanizzare la sanità ed i luoghi di sofferenza in cui s’imbattono nel quotidiano, ma tendono alla divinizzazione dell’uomo, appoggiandosi unicamente sulla forza dello Spirito che è Vita e ci abita.
QUI
il “Verbum caro factum est” (Gv 1ss)
“è venuto a piantare la Sua tenda tra noi“.
Di fronte all’annuncio incredibile dell’amore e della luce di Dio, del Dio con noi, si può pregare e adorare estatici, a condizione di essere umili pastori rapiti dal mistero della luce sfolgorante che squarcia le tenebre della terra.Ma Gesù s’intrattiene anche con i “dottori della legge” e non esita il confronto.Quello di San Riccardo Pampuri è il cuore di una vera sentinella del mattino, innamorata del Natale, ossia del Verbo Incarnato.(Vedi epistolario BIOGRAFIA San Riccardo Pampuri) |
clicca: ADESSO E’…
GETTARE LE RETI
L’autorità della fede non è mai abbanonata dalla ragione, poiché è la ragione che considera a chi si debba credere.” (sant’Agostino)ANGELO NOCENT: Angoscia? C’è posta per te. Corri…
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